Il sogno di Don Chisciotte

Don Chisciotte, vecchio e stanco, dopo molti anni di sconfitte continuava a lottare contro i mulini a vento.

Molte volte aveva provato a convincere gli abitanti del villaggio del fatto che quei mulini a vento fossero in realtà dei terribili giganti.

Gli abitanti, credendolo pazzo, ridevano di lui.

Anche Sancho, suo fidato scudiero, si sentiva vecchio e stanco, ormai incapace di convincere l’amico ad abbandonare quella lotta senza senso.

Nonostante le sconfitte, le prese in giro e la solitudine, Don Chisciotte continuava a lottare, assaltando i mulini, la lancia in una mano, lo scudo nell’altro, l’armatura che brillava sotto il sole di Spagna.

E dopo ogni assalto, seguiva una caduta e un concerto di risate.

“Maledetti giganti”, diceva “prima o poi riuscirò a sconfiggervi e a liberare il villaggio dai vostri soprusi! Sancho, aiutami a risalire a cavallo.”


Il giorno passava e la notta si riempiva di stelle.

Dormiva il villaggio, sfiancato dal lavoro. 

Dormiva Sancho, ormai anziano e senza più illusioni. 

Don Chisciotte non dormiva.

Don Chisciotte fissava i mulini con occhi spalancati. 

I mulini che, senza far rumore, camminavano verso il villaggio e, roteando le grosse pale, rubavano agli abitanti i polli, i maiali e i vitelli, lasciando nei recinti soltanto la miseria. 

Don Chisciotte guardava i mulini che ridevano di lui mentre, silenziosi, tornavano al loro posto con il ricco bottino.

Don Chisciotte, senza più la forza di suonare l’allarme e di svegliare il villaggio, si addormentava vicino al cavallo Ronzinante.

Un breve riposo, prima che il sole sorgesse su un’altra battaglia.




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