La fisica dei sistemi complessi, raccontata ad una quinta elementare (pt.2)

Come vi ricorderete (ma chi? non c'è nessuno che ti considera Luca, ripigliati), sto partecipando al progetto "Penne amiche della scienza", che ha l'obiettivo di incoraggiare il pensiero scientifico e promuovere la carriera scientifica. Dopo la mia prima lettera, ho ricevuto 19 meravigliose lettere dalle ragazze e dai ragazzi della quinta elementare di San Giovanni in Persiceto, i quali si sono raccontati (con un'intelligenza e una dolcezza straordinarie) e mi hanno fatto parecchie domande sulla mia vita, sul mio lavoro e sulla vita in Belgio. Questa è la mia risposta alle loro lettere

Namur, Belgio
Sabato, 5 febbraio 2022

Care ragazze e cari ragazzi,
vi ringrazio per le vostre lettere, mi ha fatto davvero piacere conoscervi. Grazie anche per avermi mandato delle foto di San Giovanni in Persiceto, che non avevo mai visto prima. Sembra una cittadina davvero carina! Dalle domande che mi avete fatto sulla mia vita e sul mio lavoro mi sembra di capire che la mia lettera vi abbia incuriosito e di questo sono molto felice.

Molti di voi mi hanno chiesto di parlare un po’ di più del Belgio e della vita in questo paese. Vivere a Namur mi piace molto. La città non è troppo grande ma è piena di energia. A Namur ho avuto la possibilità di conoscere ragazze e ragazzi che vengono da tutto il mondo, dalla Tunisia, dalle
Filippine, dall'Argentina, ma anche dall'Italia e, ovviamente, dal Belgio. Potete immaginare quante lingue diverse si parlano nel nostro gruppo! Per questo motivo, la lingua che usiamo per parlare tra di noi è l’inglese, che spesso è l’unica lingua in comune che abbiamo. Per questo è molto importante conoscerlo bene! Come voi, anche io ho iniziato a studiarlo alle scuole elementari, continuando a perfezionarlo anche dopo l’università. Quasi tutti gli abitanti di Namur, invece, parlano soltanto francese. Quando sono arrivato in Belgio, non ero molto bravo, perché facevo spesso errori di pronuncia e perché non sapevo il nome di tante cose di uso quotidiano: immaginate quanto fosse difficile fare la spesa! Per questo motivo, mi sono iscritto ad una scuola serale, dove ho imparato il francese insieme ad altri studenti, ricercatori e lavoratori stranieri.

Oltre a Namur, ho visitato altre città del Belgio, tra cui Dinant, Liège e Leuven, anche se la mia città preferita è Bruxelles, che è anche la capitale del Belgio. Chissà, un giorno potrei pure trasferirmici. In questa lettera troverete alcune foto che ho scattato durante i miei viaggi: vi piacciono? Come vi eravate immaginati il Belgio? In generale, sono contento di vivere in Belgio, anche se ci sono alcune cose che non mi piacciono. Ad esempio, gli abitanti sono molto gentili e tranquilli, ma sono anche molto timidi. D’estate non fa caldo come in Italia ma piove spesso e d’inverno fa abbastanza freddo. Vivere all'estero è molto stimolante, ma a volte mi mancano i miei amici e la mia compagna.

Molti di voi mi hanno chiesto quali materie ho studiato per diventare uno scienziato. Come potrete immaginare, è molto importante studiare sia la matematica, sia la fisica. Io ho studiato la matematica per molti anni, dalle scuole elementari fino alla fine dell’università, quasi 20 anni! Forse non ci crederete, ma la sto ancora studiando: non si smette mai di imparare cose nuove. Per essere un buono scienziato, però, non basta soltanto studiare la matematica e la fisica, bisogna imparare un sacco di altre cose! Bisogna imparare l’inglese, perché la ricerca scientifica viene fatta principalmente in questa lingua. Bisogna studiare l’italiano, perché risolvere i problemi di matematica non basta, bisogna saperli anche spiegare agli altri. È utile studiare anche quelle materie che non sono direttamente legate alla tua ricerca, perché le ispirazioni si possono trovare anche fuori da quello che si studia di solito. Vi faccio un esempio: vi ricordate la foto degli uccelli che vi ho mostrato? Uno potrebbe pensare che studiare gli uccelli in volo sia interessante soltanto per i biologi. Invece, capire il meccanismo che permette agli uccelli di volare tutti insieme può essere molto utile anche agli ingegneri, che possono creare dei robot che imitano il comportamento degli uccelli per muoversi in maniera coordinata. Un altro esempio molto interessante è quello del cervello. Gli informatici, che solitamente si occupano di computer, si sono ispirati al cervello per sviluppare l’intelligenza artificiale, che oggi permette, tra le altre cose, ad un’automobile di muoversi senza un pilota che la guidi. Insomma, l’ispirazione per il proprio lavoro può venire dai posti più impensabili!

Ho letto che ad alcuni di voi piace la matematica e questa cosa mi rende molto felice! Mi avete anche detto, però, che la matematica, inizia a piacervi un po’ meno quando è un po’ troppo difficile. Vi voglio svelare alcuni segreti di questa materia affascinante. Il primo è che anche gli scienziati fanno molta fatica a risolvere certi problemi matematici. In questi mesi, ad esempio, con altri scienziati che lavorano con me abbiamo provato a risolvere un problema molto difficile ma non ci siamo riusciti. Così, abbiamo deciso di chiedere aiuto ad altri scienziati in giro per il mondo, pubblicando le nostre domande su una rivista: forse qualcuno di loro troverà una soluzione! Il secondo segreto è che alcuni problemi matematici non possono essere risolti da nessuno, non importa quanto bravi siano gli scienziati che ci provano. Per questa ragione gli scienziati si fanno aiutare dai computer, che spesso sono più bravi di noi a risolvere i problemi di matematica. Nel mio lavoro, infatti, passo una gran parte del mio lavoro a “programmare”, cioè a scrivere dei programmi al computer per studiare quei problemi matematici che non posso risolvere con carta e penna.

Vi voglio dare un consiglio: non abbiate paura di sbagliare e non abbiate paura di non capire tutto subito! Anche gli scienziati sbagliano e anche gli scienziati non riescono a capire tutto quanto quello che studiano. Questo però non deve farci smettere di provare. Anzi, risolvere i problemi più difficili è spesso la parte più divertente e soddisfacente della ricerca. Fare ricerca è un po’ come giocare una partita di calcio: a volte è faticoso e a volte si perde, ma non per questo si smette di giocare!

Vi voglio ora raccontare un po’ di più del mio lavoro. Come vi ho già detto nella mia prima lettera, io studio le reti. La scorsa volta vi ho chiesto quali reti conoscevate: ne avete trovate moltissime e di tipi diversi, siete stati molti bravi! Avete trovato delle “reti biologiche”, come le vene del nostro corpo o la ragnatela, delle “reti fisiche”, come la rete elettrica, la rete ferroviaria o la rete fognaria, ma anche
delle “reti virtuali”, come il web. Esistono tantissime altre reti, forse meno facili da trovare.

Ne volete sapere un’altra? Siete voi! Gli scienziati delle reti vedono le persone come una “rete sociale”. Questa rete sociale influenza moltissimo le nostre azioni quotidiane. Ad esempio, sapete cosa mi ha portato a scrivervi la prima lettera? La mia rete sociale! Un mio amico, che aveva mandato una lettera ad una classe di Roma lo scorso anno, mi ha consigliato di fare la stessa cosa con voi. Senza la mia rete sociale, non ci saremmo mai conosciuti! Un altro esempio: vi sarà capitato molte volte di dire “quanto è piccolo il mondo!”, magari dopo aver incontrato un amico in una città lontana o dopo aver scoperto di avere qualche amico in comune con delle persone sconosciute. Beh, è proprio vero che il mondo è piccolo e alcuni matematici sono riusciti a dimostrarlo! È proprio grazie al fatto che il mondo è piccolo che sono arrivato in Belgio! Mi sono trasferito a Namur perché il mio capo, che vive a Catania, conosceva uno scienziato che lavorava in Belgio. Come ho conosciuto il mio capo? Grazie ad un professore di Torino, che me lo ha presentato! Con solo due mosse, sono andato prima da Torino a Catania, poi da Catania a Namur. Come è facile viaggiare con le nostre reti sociali! Il mio lavoro consiste in studiare come funzionano le reti e come influenzano la nostra vita. In questi giorni, ad esempio, con un collega belga di nome Jean-François, stiamo studiando come le idee si diffondono tra le persone in base ai loro rapporti di amicizia. Non è super interessante?

Se volete divertirvi, fate un esperimento: provate a disegnare la rete della vostra classe! Come? Ecco un’idea: disegnate un pallino per ognuno di voi, con i vostri nomi sopra. Ognuno di voi può collegare il suo pallino con quello di altri due di voi, scegliendo in base a chi vi sta più simpatico o a chi vi piace di più. Come per magia, apparirà la rete della vostra classe!

Questa mia seconda lettera finisce qui. Spero di aver soddisfatto la vostra curiosità e spero di ricevere altre vostre lettere dove mi parlate di voi e mi fate qualche altra domanda! Spero anche di incontrarvi nei prossimi mesi e di fare una chiacchierata tutti insieme. 
A presto!




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